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Lei è Antonella Zito. Nella vita reale è Grafica Pubblicitaria.
Ma è anche un’artista, una di quelle che ci mette l’anima! Spazia tra fotografia, video-arte, installazioni.. una che non se ne sta con le mani in mano insomma! Di lei la Professoressa Mariacarla Quaranta, critico e curatore d’arte, scrive:
“Nel corso della sua maturazione la nostra artista, partendo da solide basi di sperimentazione e acquisizione delle più moderne possibilità e forme dell’operare artistico, incontra la psicanalisi e ne nasce un connubio nuovo ed originale. La scoperta dell’inconscio ha sempre permesso di scandagliare, con più acume e profondità, l’animo umano e di rendere la realtà onirica parte integrante e necessaria per la comprensione del nostro essere, così Antonella Zito fa propria questa nuova dimensione e la esprime nelle sue creazioni, utilizzando per temi “antichi” nuovi mezzi di espressione […]. L’introspezione psicologica le consente di raccontare e analizzare l’uomo, inserito in una società che l’artista osserva con ironico disincanto, svelando la nuda e triste realtà dei miti moderni, la mitomania, l’alterigia, la dissolutezza, il consumismo, con un gioco di chiaroscuri, accesi e illuminati da un rosso vivo che rievoca nella mente il sangue, che è passione, vita, ma anche morte.“
Arte e Psicanalisi, mente e cuore… mi rievoca un po’ il mito di Amore e Psiche, l’apparente impossibilità di incontro delle due dimensioni, così lontane e spesso in lotta tra di loro. Eppure Antonella ce la fa: attraverso l’arte, la sua arte, mette in scena, come mi racconta lei stessa, “i difetti della società odierna, i vizi che si confondono ormai per virtù, l’emarginazione di chi è “diverso”, di chi non pensa come tutti, di chi vorrebbe distinguersi ma viene solo schiacciato dalla società massificata. L’egocentrismo dell’uomo, in cui non riesce a vedere che se stesso…c’è sempre riflessa la sua immagine, solo la sua immagine, non riuscendo a soffermarsi ad ascoltare chi gli sta intorno.
La sofferenza dell’uomo che vive e muore nel sangue, inteso in senso sia spirituale che fisico….“
Autreview l’ha intervistata per voi!
Buongiorno Antonella, benvenuta su autreview! Grazie per il tempo che ci dedichi!
Ciao e grazie a te!
Innanzitutto ti vorrei presentare ai nostri lettori, chi è Antonella Zito?
Sono una grafica e un’appassionata d’arte! Ho 25 anni e sono pugliese. Dirigo un’azienda di Comunicazione e Moda denominata “Reload Factory” e nel tempo libero mi dedico all’arte e ai miei progetti. Come tecnica artistica prediligo la fotografia, le installazioni luminose, le video-installazioni e la video-arte. Il mio lavoro lo svolgo con grande passione ed entusiasmo, cercando di imparare sempre cose nuove, alla ricerca di nuovi materiali da sperimentare e nuove tematiche da affrontare. Con il tempo più che passione, l’arte, è diventata uno stile di vita, spesso con problemi di “convivenza”, di rinunce, ma ricca di soddisfazioni! E’ per questo che quando mi sveglio la mattina mi ripeto sempre che sto facendo la scelta giusta!
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Qual è il tuo percorso? E soprattutto quanto conta la preparazione accademica e tradizionale e quanto poi l’estro personale nella formazione di un artista secondo te?
Il mio percorso è iniziato quasi per gioco per poi diventare un “gioco serio”. Il “gioco” di creare un’opera e per “gioco”, la mia prima mostra collettiva. Da quel momento non mi sono più fermata! La mia crescita artistica è stata una conseguenza di quella espositiva. Esporre a livello nazionale ti apre la mente e gli occhi. Conosci un mondo completamente diverso da quello che si vive a livello locale; penso che per un artista, sia importante conoscere altri creativi e imparare da loro!
Io ho studiato “grafica pubblicitaria” quindi non provengo da una preparazione accademica. Penso che l’estro, la fantasia e la voglia di esprimersi, siano del tutto doti innate che chi le ha, le sfrutta al massimo delle sue potenzialità. Forse è anche normale che chi è portato, frequenti istituti o accademie apposite. Per il resto, se vuoi intraprendere una strada artistica, devi dimenticare tutto quello che ti hanno insegnato, ricominciare da zero ed essere “libero” di poterti esprimere come più ti piace.
Mi dicevi che la tua forma di espressione vuole essere quasi un connubio tra arte e psicologia. Materia e mente, due antitesi che si incontrano. Come sei arrivata a questo?
Non so perché, ma ho avuto sempre un’inclinazione particolare verso la psicologia. Dalla mia prima opera ho deciso di intraprendere questo percorso…fino al mio ultimo progetto a cui sto lavorando. Nel tempo ho cambiato tecniche e modi di espressione ma la psicologia è sempre stata l’ispirazione principale, per poi trasformarla in arte concettuale.
Le tematiche naturalmente si sono evolute e sono diventate sempre più complesse. Nello stesso tempo è stata una proiezione della mia vita, in cui, in un primo momento cerchi di conoscere te stesso e i tuoi limiti per poi iniziare a guardarti intorno cercando di comprendere gli altri. Dopo la consapevolezza di sé c’è la consapevolezza della società. E qui si snodano tante strade…
Quali tecniche espressive usi di più, con quale ti senti più affermata?
Mi esprimo attraverso la fotografia, l’installazione, la video-installazione e la video-arte. Mi piacciono tutte indistintamente perché permettono di esprimermi in maniera differente. Naturalmente ogni progetto, viene anche studiato per capire con quale tecnica espressiva, posso interpretare al meglio ciò che intendo comunicare.
Se dovessi scegliere la tecnica che mi riesce meglio, secondo me è l’installazione. Mi piace l’idea che un’opera occupi uno spazio tridimensionale e che l’osservatore possa interagire e sentirsi parte di essa.
Sei giovanissima ma vedo che hai già esposto tantissimo! Quali sono le difficoltà che incontra un giovane artista nel mondo di oggi? Non credo sia facile emergere, soprattutto in quest’epoca così digitale è sempre più difficile esporre, presentarsi, creare degli spazi..
Il mondo dell’arte (come ogni altro campo) è difficile soprattutto per noi giovani emergenti. Le difficoltà sono davvero tante. Nell’arte esistono strade parallele…dipende da dove puoi arrivare e cosa vuoi raggiungere! Bisogna cercare di capire qual è il giusto cammino da intraprendere. Ognuno ha un percorso artistico personale diverso dall’altro.
Ho capito che per andare avanti e crescere, non bisogna fermarsi mai neanche di fronte a ostacoli che sembrano insuperabili. E’ importante avere al fianco, gente che crede in te e ti sostiene! Per me è stato fondamentale il supporto della famiglia e di altre persone che hanno creduto nella mia arte e che mi hanno fatto acquisire nuove consapevolezze. Alcune volte succede, che dove pensi di non poter arrivare…ti “spingono“ gli altri grazie soltanto al sostegno morale!
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Sono rimasto molto colpito dall’installazione “io sono…ora”. Trovo estremamente simbolica la canottiera bianca circondata da scritte… che allo stesso tempo sembra essere sintomo di un senso di vuoto, ma anche un foglio bianco su cui cominciare a scrivere la propria storia. Come nasce quest’opera?
“Io sono…ora!” è stata lo spartiacque che mi ha separata dalla vecchia produzione, per incominciare un nuovo “cammino” artistico. Per la prima volta, avevo deciso di staccarmi completamente da un’ipotetica bellezza esteriore dell’opera, per dar vita a qualcosa di più concreto concettualmente. E’ una delle opere che amo di più, in cui mi sento veramente dentro e che mi ha dato soddisfazioni immense fino ad oggi, esponendola in luoghi di prestigio in Roma, Milano e Palermo. La sua caratteristica principale è il poterla visionare con gli occhialini 3D. Nasce da un sondaggio fatto a persone di ideali, culture, età differenti, chiedendo di completare la frase “io sono…” e di descrivere cosa sentissero di essere in quel momento “ciò che sono ora”. Attraverso una breve frase il racconto della storia di ognuno di noi. Perciò non la considero solo la mia opera, ma l’opera di tutti quelli che hanno contribuito alla sua realizzazione!
La canotta indica l’umanità, le sue sofferenze e lacerazioni, nascere e morire nel sangue sia in senso fisico che metaforico; essere attaccati alla vita per la paura di morire.
![psico-entità]()
In altre tue installazioni ho visto che giochi molto con le luci e i colori. Forme sinuose racchiuse in plexy cubici e spigolosi. Me ne parli?
Utilizzo sempre le luci nelle installazioni perché la luce è vita, speranza, illumina il cammino permettendoci di allontanare i cattivi pensieri.
I cubi in plexiglas e led rappresentano nelle forme e nei colori i quattro elementi naturali: aria, acqua, terra, fuoco e prende il nome di Psico-entità.
Questi quattro elementi, visti sotto l’aspetto psicologico si identificano nelle diverse personalità della società. Ogni uomo corrisponde ad un elemento che si andrà a relazionare con altri individui di elementi differenti. Le diverse ipotesi sono scaturite attraverso una relazione tra due persone di elementi differenti; in un rapporto umano, c’è la personalità più forte che prevale, creando un “generativo” o un “distruttivo” in cui si mescolano e si fondono diverse prospettive di vita, nuovi rapporti interpersonali in cui tutto diventa nuovamente possibile e pensabile.
![i colori dell'anima]()
C’è qualche grande artista o famoso sconosciuto che tu ammiri e che ti dà ispirazione? Qualcuno da consigliare ai nostri lettori?
Agli inizi mi sono ispirata a Kandinskij. Ho sempre amato questo artista e lo apprezzo tutt’ora! E’ il mio preferito in assoluto. Un altro che considero artista che per me è totalmente geniale è il regista Bergman. Ho guardato quasi tutti i suoi film che mi hanno ispirata alla realizzazione della video-arte “Onirica Realtà”.
Con il tempo, artisticamente, sono cambiata molto e quasi inconsciamente ho intrapreso una strada personale che non s’ispira a nessuno in particolare.
Per il resto apprezzo tutti gli artisti che ho modo di conoscere e cerco di imparare sempre qualcosa dalla loro arte e dalla loro esperienza. Tutti mi hanno lasciato qualcosa…anche quando non me ne sono accorta!
Per ora ti ringrazio Antonella, e complimenti tantissimi ancora! spero a presto con tuoi nuovi lavori!!
Grazie a te Marco! E’ stato davvero un piacere! Spero di poter presentare su autreview nei prossimi mesi il mio nuovo progetto a cui sto lavorando!
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